15 marzo 2012

Impariamo a guardare negli occhi i ragazzi

La notizia è stata lanciata dal TG1 di sabato, all’ora di pranzo. Più o meno annunciava “Arrestato allenatore di volley femminile. Adescava minorenni sul Web”; contemporaneamente sul video scorrevano immagini di repertorio di una partitella in oratorio. Brutto, bruttissimo. Una notizia così ti colpisce allo stomaco, ti riempie di preoccupazione e di amarezza, che tu sia il genitore di una qualsiasi piccola atleta o un allenatore e dirigente che spende la vita per dare modo a ragazzi e ragazze di vivere l’esperienza sportiva.
La notizia è stata lanciata dal TG1 di sabato, all'ora di pranzo. Più o meno annunciava "Arrestato allenatore di volley femminile. Ade­scava minorenni sul Web"; contem­poraneamente sul video scorrevano immagini di repertorio di una parti­tella in oratorio. Brutto, bruttissimo. Una notizia così ti colpisce allo sto­maco, ti riempie di preoccupazione e di amarezza, che tu sia il genitore di una qualsiasi piccola atleta o un al­lenatore e dirigente che spende la vi­ta per dare modo a ragazzi e ragazze di vivere l'esperienza sportiva.

I dettagli della faccenda non sono an­cora chiari, ma sembra che l'accusa­to, con precedenti pesanti per pedo­filia, si fosse riciclato da qualche an­no come allenatore di pallavolo gio­vanile, transitando per diverse società dell'hinterland milanese, anche di o­ratorio, cambiando scenario non ap­pena nasceva qualche sospetto sui suoi comportamenti. Allontanato da una società, non aveva grandi pro­blemi ad inserirsi in una differente dalle stesse parti, nonostante una fe­dina penale allarmante. In attesa che la giustizia faccia il suo corso, la preoc­cupazione e l'amarezza devono la­sciare il posto al dovere di vigilare per­ché un caso del genere resti pressoché unico come in effetti per ora è. Come garantire la sicurezza dei minori nel­lo sport? Certo non è possibile inda­gare sui precedenti di ogni operato­re, o richiedere i carichi pendenti a chiunque si candidi ad allenatore gio­vanile. È una sfida che va combattu­ta piuttosto, come indicato da Bene­detto XVI, esercitando il dovere della massima vigilanza ed esigendo l'ob­bligo di comportamenti esemplari in tutti coloro che hanno a che fare con i ragazzi. Siamo di fronte a un male sociale che ha molte facce e può in­filtrarsi ovunque, come testimonia­no le indagini di Telefono Azzurro. Fare finta che non esista, tacerlo o sot­tovalutarlo non fa bene alla sicurez­za dei ragazzi. Proprio per questo mo­tivo il mese scorso, sull'ultimo nu­mero di Stadium on line, il Csi aveva lanciato un primo allarme denun­ciando, dati e testimonianze alla ma­no, i rischi che i minori corrono ca­dendo come mosche nella ragnatela trappola del Web, lo strumento cui anche il sedicente allenatore di vol­ley faceva ricorso, un mezzo non cer­to da demonizzare ma dei cui "truc­chi" pericolosi troppo poco si sa e an­cor meno si prende coscienza. I bam­bini, i ragazzi bisogna che impariamo a guardarli negli occhi ogni giorno, per verificare in tempo quando qual­cosa non va. Tutti insieme: genitori, insegnanti, allenatori.

L'angolo del Presidente

Impariamo a guardare negli occhi i ragazzi

Massimo Achini

Presidente Nazionale